Dopo il parto il neonato si trova a sperimentare un mondo completamente nuovo, ricco di stimoli diversi da quelli presenti nel mondo intrauterino, dove è avvolto dal liquido amniotico in una calda sensazione di benessere. Il bambino è a contatto per la prima volta con l’aria e si trova nudo, costretto a farsi vestire con indumenti di materiale estranei.
Il baby wrapping consiste nell’avvolgere completamente il bambino in un lenzuolo o in una coperta. Studi scientifici hanno dimostrato che questa tecnica calma il bambino, lo rassicura e gli da sollievo, soprattutto in presenza di coliche o malessere in generale. Gli stimoli sensoriali a cui un bambino è sottoposto dopo la nascita possono essere così forti che può capitare inizi a piangere in maniera inconsolabile, soprattutto verso la sera, per scaricare le tensioni accumulate durante la giornata.
L’obiettivo del wrapping, contenendo e avvolgendo il neonato, è proprio quello di ricreare l’ambiente uterino, caldo e ovattato, in cui ha vissuto durante la gravidanza, in modo da calmarlo e farlo sentire protetto.
Come si pratica la tecnica del baby wrapping
Il baby wrapping è una tecnica di avvolgimento praticata in quasi tutti gli ospedali ed è insegnata dai neonatologi alle neomamme. Consiste essenzialmente nell’avvolgere il neonato con copertine in tessuto a maglia, sia cotone o lana. La copertina si dispone obliquamente piegando verso l’interno l’angolo superiore e disponendo il neonato al centro del tessuto, per poi avvolgergli attorno, uno per volta, i due lembi della coperta.
Bisogna far attenzione che la fasciatura non sia troppo stretta, tale da provocare dei problemi alla schiena e alle anche. L’obiettivo, infatti, è quello di contenere e non bloccare. Per questo si utilizzano tessuti elastici, in modo da creare spazi che permettano il movimento delle mani e delle gambe.
I vantaggi del baby wrapping per il neonato
Già nell’antichità, in tantissime culture come quella greca e romana, si usava fasciare il bambino dal collo ai piedi. Si credeva che questa pratica servisse a far crescere le gambe dritte ed evitare che il corpo si deformasse. Nel tempo si è osservato che l’essere accolto aiutava il neonato a restare calmo e tranquillo, riducendo anche i risvegli causati da bruschi movimenti degli arti. Da lì si sono sviluppate delle vere e proprie tecniche.
Il wrapping, in definitiva, consiste nell’infondere quel senso di protezione e confine di cui i neonati hanno bisogno. L’essere tenuto dall’adulto permette al piccolo di acquisire il giusto assetto posturale, e di sentirsi acconto in uno spazio contenuto e non senza confini, che potrebbe inizialmente provocargli un senso di smarrimento. D’altra parte l’essere accolto limita i movimenti bruschi, riportando il bambino a una situazione di calma e serenità, simile a quella vissuta in utero.
Dove si fa il baby wrapping?
Il wrapping consente al bambino anche di familiarizzare con l’acqua. Il bagnetto, in genere, è un momento molto apprezzato dal neonato perché è come riportarlo in una sorta di grembo materno. La strategia consiste nell’immergerlo con la fasciatura allentandola gradualmente solo dopo il contatto con l’acqua. In alcuni casi, però, i neonati potrebbero non riconoscere lo spazio in cui vengono immersi e non gradire il momento ludico del bagnetto, iniziando a piangere disperati. Molto spesso sono i bambini nati prematuri a manifestare questo disagio.
Quando fare il wrapping
Il wrapping è una tecnica che può andare bene nei primi mesi di vita, fino al quarto/quinto mese. Si può iniziare a disabituare i neonati gradualmente, lasciando un braccino fuori dalla fasciatura. In seguito il bambino potrebbe non gradire il sentirsi avvolto, in quanto inizia ad aumentare la sua capacità di movimento e il desiderio di potersi muovere in libertà. La fasciatura, infatti, ha senso fino a quando il bambino inizia a gattonare, e non oltre.