Dilemma di ogni neogenitore al calar della sera: il bambino dovrebbe dormire nel lettone con i genitori oppure no? Cerchiamo di rispondere a questo dubbio analizzando pro e contro del cosiddetto co-sleeping, l’abitudine di dormire insieme ai propri figli.
Dormire nel lettone con i genitori, vantaggi
Da una parte l’aspetto pratico, dall’altra lo sviluppo dell’empatia. La tentazione di tenere con sé i figli, particolarmente se neonati o ancora molto piccoli, è una scelta che presenta diversi vantaggi: in questo modo non si corre il rischio che si sveglino a causa del cambio del letto – soprattutto dopo tutta la fatica fatta per farli addormentare! – e il legame tra mamma e piccino si consolida e si rinforza grazie alla vicinanza. Anche i ritmi del sonno della mamma e del piccolo si sincronizzano in maniera naturale.
Insomma, sembrerebbe la soluzione ideale per risolvere una serie di problematiche pratiche cogliendo anche numerosi vantaggi collaterali sul piano emotivo… ma, a onor del vero, la scelta di far dormire nel lettone i bambini presenta svantaggi che non possono essere ignorati.
Svantaggi di far dormire i bambini nel lettone
In primo luogo, il lettone non è una superficie adeguata per far dormire un neonato, soprattutto nei primi mesi di vita, quando il rischio di SIDS è più elevato: il materasso è generalmente troppo morbido, coperte e cuscini potrebbero rendere difficoltosa la respirazione per il piccolo, e i genitori potrebbero disturbarlo con movimenti improvvisi o togliergli spazio. Per quanto accudire un neonato possa essere estenuante, il rischio decisamente non vale un’ora di sonno in più.
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A supporto della tesi non si dorme nel lettone arriva anche uno studio del 2016 condotto su un campione di oltre duemila famiglie e realizzato dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale in collaborazione con la Società Italiane delle cure Primarie Pediatriche. La ricerca, dal titolo “Ci piace sognare”, ha evidenziato come l’abitudine di far dormire i bambini nel lettone sia spesso direttamente collegata a problemi di insonnia o difficoltà del sonno nei bambini, quasi alla pari con altri fattori che possono disturbare l’igiene del sonno, come ad esempio l’utilizzo di schermi e cellulari a letto.
Un’ulteriore motivo per non addormentarsi nel lettone con i piccoli è la difficoltà che questi potrebbero sperimentare nell’addormentarsi da soli una volta superata la fase delle necessarie poppate notturne.
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Alternative valide al far dormire il bambino nel lettone
Come fare, allora, per nutrire un legame madre-figlio più saldo, tranquillizzare il piccino nel sonno ed evitare levatacce notturne? Un’alternativa valida è il room-sharing, passaggio che potrebbe rivelarsi molto utile anche per la transizione dal lettone alla propria stanza quando il piccolo sarà abbastanza grande per dormire da solo.
Come il nome suggerisce, si tratta semplicemente di condividere la stanza con il piccino ma non il letto. La soluzione più funzionale è posizionare la culla accanto al letto dei genitori, in modo che il piccolo percepisca la loro presenza ma possa dormire nelle condizioni più adeguate e sicure per la sua salute. Trascorsi i primi mesi, la culla può essere spostata in un altro punto della camera, non adiacente al lettone, per poi essere infine spostata nella cameretta.
Come passare dal lettone al lettino: una strategia in tre passi
Se il piccolo è già stato abituato a dormire nel lettone con i genitori e si desidera insegnargli a dormire da solo, è sufficiente essere determinati e agire in tre semplici passi.
- Valutare che questo sia il momento adatto. Non è sempre detto che dormire con i genitori sia un capriccio: se il piccolo sta vivendo una situazione stressante – particolarmente se a seguito di cambiamenti importanti come una separazione, l’arrivo di un fratellino o l’inizio della scuola dell’infanzia – il suo desiderio di passare la notte con i genitori potrebbe nascere da ansie o paure che non sa come esprimere. Prima di imporre un cambiamento drastico, quindi, è il caso di accertarsi che il bambino sia abbastanza sereno.
- Parlarne con il bambino. Non bisogna commettere l’errore di sottovalutare la capacità dei bambini di comprendere e relazionarsi alle diverse situazioni. Spiegare al piccolo perché il suo lettino è stato spostato altrove e – soprattutto! – rassicurarlo sulla continua presenza dei genitori, che sono lì e vegliano su di lui, renderà il passaggio più semplice da sopportare.
- Procedere per gradi. Come detto in precedenza, far dormire il bambino da solo non può essere un cambiamento troppo drastico! Meglio procedere per gradi: prima si posizionerà la culla in camera e il bambino comincerà con il dormire nel lettone solo un paio di volte a settimana. Poi si passerà a una sola volta a settimana. Poi il bambino dormirà sempre e solo nella culla e infine, quando si sarà abituato a prendere sonno da solo, si potrà spostare la culla o il lettino nella cameretta. Questo percorso a tappe va ovviamente modellato sulle proprie esperienze e dinamiche familiari ma, in ogni caso, il principio guida è lo stesso: concedere al piccolo di procedere per gradi, ma non perdere di vista l’obiettivo.
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