Un bambino che si sente amato e supportato crescerà in maniera più sana. Promuovere l’autostima dei figli è un processo fondamentale in famiglia perché i piccoli imparino a sviluppare la resilienza e a costruire relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto degli altri e di se stessi.
Tuttavia, anche a causa di modelli educativi tossici perpetrati nel corso delle generazioni, molti adulti finiscono col mettere in atto stili genitoriali troppo autoritari per paura di sconfinare nell’estremo opposto e viziare i propri figli, con il risultato di crescere ragazzi con poca autostima, che dovranno poi lavorare intensamente per imparare ad avere fiducia in se stessi.
In questo articolo esploreremo una serie di strategie per promuovere l’autostima nei bambini senza diventare troppo permissivi, ma facendo in modo che i ragazzi sviluppino una equilibrata coscienza di sé e delle proprie capacità.
La costruzione dell’autostima si basa un gioco di equilibrio
Un bambino sicuro di sé non è necessariamente prepotente, arrogante o mammone: come spesso accade, la via giusta sta nel mezzo. Partiamo con un concetto basilare: c’è differenza tra elogio e incoraggiamento, ed è utile saperli riconoscere per promuovere l’autostima dei figli in maniera bilanciata.
L’elogio premia il risultato: una frase del tipo “Bravo, ci sei riuscito” viene pronunciata nel momento in cui un’attività viene portata a compimento. L’incoraggiamento è, invece, più personale e riguarda la persona e il suo processo di crescita: una frase come “Sono fiero dei tuoi progressi” non è legata al raggiungimento di un obiettivo, ma riconosce e premia lo sforzo fatto per migliorarsi.
Se il bambino riceve troppi elogi e non viene abbastanza incoraggiato, potrebbe pensare che i genitori lo ameranno solo se porta a compimento i risultati previsti e che, se una cosa non è perfetta, allora è un fallimento. Il compito del genitore, quindi, è riconoscere il confine tra elogio e incoraggiamento e sapersi bilanciare su quella linea.
Promuovere l’autostima dei figli: una strategia in 5 passi
Facile a dirsi! Ma come si può, all’atto pratico, nutrire l’autostima dei figli senza compiere troppi errori? Ecco 5 suggerimenti per crescere un bambino sicuro di sé.
1. Il bambino deve sapere che dai genitori avrà amore incondizionato
È questa la base di tutto il processo di costruzione dell’autostima di una persona: l’amore dei genitori è e deve essere incondizionato, non importa quali risultati il piccolo ottiene a scuola, quali attività svolge e come si comporta.
Soprattutto è importante che il bambino lo sappia: se, per un genitore, amare i propri figli è scontato, non vale altrettanto per i ragazzi, che hanno bisogno di manifestazioni di affetto e apprezzamento da parte dei caregiver, anche e soprattutto quando falliscono o sentono di non aver ottenuto abbastanza. È proprio in quei momenti che hanno bisogno di sentirsi dire che possono rialzarsi e provare ancora, anziché essere redarguiti per un risultato negativo del quale essi stessi sono già consapevoli.
Ma come agire quando, invece, è necessario sgridare il bambino per correggere un comportamento sbagliato? La chiave è concentrarsi sull’azione e non sulla persona: dire “Questa cosa non va bene” o “Questa cosa non mi piace” è molto diverso da dire “Sei un bambino cattivo”.
2. È giusto che ai bambini sia concesso di sbagliare
La sconfitta è una grande maestra di vita e permette ai bambini di esplorare aspetti dell’esperienza umana che devono sperimentare per diventare adulti capaci di imparare dai propri errori.
Per questo motivo, i genitori devono imparare a lasciare che i figli corrano dei rischi, ovviamente sempre entro dei limiti che preservino la loro sicurezza. Provare una nuova attività, frequentare nuovi ambienti o confrontarsi con persone diverse aiuta i ragazzi a uscire dalla propria zona di comfort. Il ruolo dei genitori, in questo contesto, è essere lì per incoraggiarli ma senza svolgere il lavoro al posto loro. Aiutateli se sono in difficoltà, ma lasciate che sbaglino e, quando questo accade, incoraggiateli a riprovare.
3. Le cose ben fatte vanno riconosciute ed elogiate
Un bambino che svolge in maniera puntuale i suoi compiti scolastici e domestici non sta semplicemente facendo il suo dovere. I ragazzi devono imparare a distinguere ciò che è ben fatto da ciò che è da correggere per poter proiettare questa consapevolezza, non solo su se stessi, ma anche sugli altri.
Come accennato in precedenza, elogiare un buon risultato è un punto di partenza perché questo accada, ma ancora meglio è concentrarsi sui dettagli del processo, in modo che il bambino sappia distinguere cosa ha fatto bene nelle varie fasi del lavoro e su cosa si può migliorare.
4. Mai fare paragoni con altri bambini
Essere considerato peggiore di qualcun altro dai propri genitori è molto doloroso per un bambino. Se a un figlio viene costantemente ripetuto che un altro bambino è più buono, più diligente o più cortese, penserà che i suoi genitori lo amerebbero di più se fosse qualcun altro. È questo uno dei modi più facili per annientare l’autostima dei figli.
Come accennato in precedenza, un bambino deve sapere che i suoi genitori lo amano a prescindere dai risultati che ottiene. I comportamenti sbagliati possono essere corretti anche senza intaccare la fiducia che i ragazzi ripongono in se stessi, semplicemente ponendo l’attenzione su ciò che non va bene, e non colpendo la persona nella sua individualità. Ogni persona ha pregi e difetti, e imparare a riconoscere i propri punti di forza e le proprie debolezze aiuta ad avere una corretta consapevolezza di sé.
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5. Il bambino deve sapere che i genitori lo ascoltano
L’autostima dei figli si costruisce anche passando del tempo con loro e ascoltando quello che hanno da dire. Questa ricerca di momenti di qualità esula dalle conversazioni di circostanza, quelle in cui si chiede ai ragazzi come è andata a scuola, chi c’era a una festa o con chi sono andati al cinema. I momenti di qualità si costruiscono focalizzandosi sulla persona, chiedendole come si sente, cosa desidera ed eventualmente cosa lo preoccupa o lo sta turbando.
È importante che le emozioni dei ragazzi non vengano sminuite, anche se a un adulto le loro preoccupazioni possono sembrare di poco conto. Se un bambino ha paura del buio anche se è un po’ grande, se è triste perché ha litigato con un amichetto, se è frustrato perché non riesce a risolvere un problema, deve sapere che i genitori non lo faranno sentire ridicolo per questo, ma lo aiuteranno a riconoscere le cause del suo malcontento e a lavorare verso una soluzione.
In questo modo i bambini imparano a riconoscere le emozioni che provano e, attraverso la guida dei genitori, a chiamarle per nome e gestirle in maniera funzionale. È un processo che non deve essere sottovalutato, poiché è fondamentale perché i piccoli imparino a relazionarsi agli altri e a se stessi in maniera funzionale. In secondo luogo, sapere che i genitori li ascolteranno quando avranno bisogno, rafforza il legame che i bambini hanno con loro, e promuove la coesione in famiglia.
Come capire se un bambino ha una bassa autostima
Quando i bambini non hanno fiducia in se stessi, tendono ad assumere una serie di comportamenti per proteggersi dagli errori e sentirsi accettati, anche se non sempre queste strategie di emergenza sono funzionali al loro benessere. Ecco alcuni dei segnali che indicano che l’autostima dei figli è troppo bassa:
- Linguaggio denigratorio nei confronti di se stessi. Se un bambino parla spesso di sé in senso negativo, ad esempio definendosi brutto o stupido, è il primo segnale di scarsa autostima.
- Continui paragoni con gli altri. Un bambino che entra continuamente in competizione con gli altri e resta ferito se non ottiene risultati migliori potrebbe aver bisogno di lavorare sulla propria consapevolezza di sé.
- Evitamento delle situazioni sociali. Se un bambino evita di interagire con gli altri per paura del giudizio altrui o di sentirsi rifiutato, è necessario incoraggiarlo ad aver fiducia in se stesso.
- Paura esagerata del fallimento. Quando una sconfitta viene vissuta come la peggiore delle situazioni possibili, o quando un bambino evita di provare a fare qualcosa per paura di fallire, forse il metro di valutazione a cui è stato sottoposto gli ha causato scarsa autostima.
Conclusioni
Va da sé che stilare un elenco di regole è più semplice che metterle in pratica. Promuovere l’autostima dei figli, come anticipato, è un processo basato su un costante equilibrio tra supporto e oggettività che i genitori stessi devono imparare a gestire.
Se il compito risulta troppo complesso, o se ci si rende conto che i bambini hanno un’autostima troppo bassa e non si sa come aiutarli, una soluzione percorribile è chiedere supporto a uno psicoterapeuta che possa guidare genitori e figli verso una maggiore consapevolezza e fiducia di sé.
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