Cosa fare se il bambino non vuole mangiare

Cosa fare se il bambino non vuole mangiare: consigli utili

Cosa fare se il bambino non vuole mangiare? Nella maggior parte delle famiglie, in cima alla classica delle preoccupazioni, troviamo problemi legati all’alimentazione dei bimbi.

Spesso i genitori si chiedono quali siano le soluzioni per fronteggiare e risolvere una volta per tutte la questione cibo. Solitamente dopo lo svezzamento si registrano le prime difficoltà causate probabilmente dalla fase di crescita in cui si trova il neonato.

Vediamo come mamma e papà possono iniziare a gestire il rifiuto del cibo dei più piccoli.

5 consigli utili per affrontare il periodo in cui il bambino non mangia

Quando un bambino si mostra inappetente e svogliato nel consumare il cibo, il momento del pasto si trasforma in una situazione difficile e complessa da gestire. Il genitore che prepara l’alimento, si sente spesso frustrato, preoccupato ed avvilito nel vedere il proprio figlio rifiutare il cibo.

Nelle situazioni più esasperate può addirittura capitare che la mamma o il papà manifestino rabbia, ansia e disperazione nei confronti del comportamento del figlio. Ecco perché è importante capire cosa fare se il bambino non vuole mangiare. Cinque consigli utili per risolvere il problema della negazione dei pasti.

1. Definire una routine alimentare

Strutturare una ricorrenza culinaria è importante per abituare il bambino non solo alla regolarità dei pasti, ma anche per evitare il mangiucchiare tra il pranzo e la cena.

In questo modo i bambini possono imparare a percepire quel senso di appetito all’inizio di ogni mangiata e aumentare così la possibilità di assaggiare nuovi cibi. Ovviamente ci possono essere delle eccezioni alla tradizionale routine alimentare: feste, compleanni ed in generale momenti di ritrovo possono rappresentare occasioni per rendere il bambino più flessibile rispetto al solito.

2. Presentare cibi diversi

Nel post svezzamento, i bimbi sono più inclini ad assaggiare e scoprire cibi diversi. Bisogna lasciare che il piccolo sperimenti gusti ed alimenti nuovi, è importante anche permettergli di pasticciare.

Maneggiando e manipolando il cibo, il neonato comincia a percepire la sua autonomia e con essa impara a riconoscere anche lo stato di fame e di sazietà, accettando positivamente la novità.

Se di fronte ad un cibo nuovo, il bimbo dovesse presentare il suo rifiuto, è bene accettarlo senza insistere e magari riprovare in un momento successivo a riproporgli lo stesso alimento.

3. Dare il buon esempio

Cosa fare se il bambino non vuole mangiare? Si può dare il buon esempio. I piccoli tendono ad imitare il comportamento e le abitudini dei genitori. In grande misura, le preferenze alimentari dipendono dall’atteggiamento di mamma e papà.

Sorridere mentre si mangia frutta e verdura può stimolare nel bambino curiosità nell’assaggiare quel tipo di alimento. Non dimentichiamoci infatti che il rapporto con il cibo è fortemente influenzato dalla relazione genitore figlio.

Vedere i genitori mangiare con gusto e apprezzare l’alimento che stanno mangiando, invoglia il bambino a provare gusto e interesse.

4. Rendere il pasto un momento piacevole

Consumare un pasto deve essere per il bambino un momento gradevole e divertente da trascorrere con tutta la famiglia.

Mangiare accompagnati da un’atmosfera serena può sembrare banale, ma agli occhi di un bimbo aiuta a sviluppare un buon rapporto con il cibo e a vivere con serenità i momenti con mamma e papà.

Lasciare il bambino libero di esprimersi

Un bimbo è dotato della capacità di autoregolazione sul cibo. Secondo uno studio americano, di fronte ad una tavola piena di alimenti, un bambino di 2 anni e mezzo è in grado di selezionare e scegliere cibi e quantità che può mangiare.

Le pressioni degli adulti bloccano questo processo di autoregolazione, ecco perché è importante lasciare che il piccolo interagisca da solo con il cibo. Questo non significa abbandonarlo a se stesso, ma fidarsi delle sue capacità e percezioni.

Quando allarmarsi se il bambino non mangia?

Il rifiuto e la diffidenza verso il cibo possono rappresentare una fase fisiologica di passaggio. Se però questa negazione dovesse prostrarsi, chiedere aiuto ad esperti può rivelarsi una scelta molto sensata.

La difficoltà nel mangiare potrebbe trasformarsi infatti in qualcosa di più serio. Se dovessero presentarsi le situazioni descritte di seguito, è importante rivolgersi a professionisti in grado di analizzare e risolvere il problema.

Nello specifico, i genitori devono prestare attenzione quando il bambino:

  • Evita il cibo perché preoccupato delle conseguenze che potrebbero presentarsi in seguito all’ingerimento dello stesso
  • Manifesta scarsissimo interesse nei confronti del cibo
  • Scansa gli alimenti in base al colore, alla consistenza e alla temperatura
  • Mostra deficit nutrizionali causati dal poco nutrimento
  • Palesa difficoltà nel partecipare ad eventi come feste o compleanni dove si condividono momenti in cui si mangia insieme

Anche se abbiamo visto cosa fare se il bambino non vuole mangiare, è importante monitorare e controllare sempre la situazione per evitare di sottovalutare un problema che inizialmente potrebbe presentarsi come banale e scontato, ma che con il tempo potrebbe trasformarsi in qualcosa di più serio.

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