Un ambiente familiare sereno è un luogo accogliente e sicuro per genitori e figli. Tuttavia, poiché siamo esseri umani con personalità e opinioni proprie, anche i rapporti più stabili e duraturi non sono esenti da momenti di scontro o addirittura di crisi, che devono essere affrontati nella maniera più funzionale. In questo articolo ci focalizzeremo su come gestire i conflitti tra genitori, analizzando le vie migliori per una comunicazione efficace.
Perché è importante gestire i conflitti tra genitori
I litigi tra genitori sono una normale dinamica del rapporto. Si può litigare per la gestione delle risorse economiche, la distribuzione dei compiti in casa, l’educazione dei figli o anche le frequentazioni esterne alla famiglia, ma in ogni caso è inevitabile che ci si scontri di tanto in tanto.
Ciò che bisogna tenere a mente è aver chiara la differenza tra momenti di discussione e momenti di conflitto. I primi si basano sull’ascolto e lo scambio di opinioni possono trasformarsi in occasioni di crescita, mentre i secondi sono generalmente improntati sull’ostilità e si tramutano quasi sempre in tensioni irrisolte che possono generare ferite anche profonde.
Conseguenze dei litigi sui figli
Vivere in un ambiente domestico carico di conflitto può avere un impatto devastante sul benessere mentale dei figli, che sono in grado di riconoscere le situazioni ostili anche in tenera età: a 6 mesi di vita i piccoli sono già in grado di elaborare risposte di angoscia o di paura davanti alle tensioni in famiglia.
Situazioni di conflitto perpetrate a lungo possono causare problemi di ansia e insonnia, impattare negativamente sulle abilità di concentrazione dei ragazzi e sul loro rendimento scolastico. La continua ansia potrebbe renderli persone incapaci di esprimere le proprie emozioni in maniera costruttiva o di gestirle in maniera matura. In casi gravi, i ragazzi possono sviluppare PTSD e problemi socio-relazionali anche al di fuori della famiglie.
Vale, infine, la pena di sottolineare che, quando i genitori litigano molto, i figli si impegnano spesso nel mettere in atto pratiche mediatorie, caricandosi di responsabilità che non gli spettano e che possono ledere il loro benessere. I figli, infatti, non devono mai essere coinvolti nelle discussioni tra genitori.
Come gestire i conflitti tra genitori in 5 passi
Come fare, allora, per gestire i conflitti tra genitori in maniera funzionale? Tenendo a mente quanto accennato in apertura, una buona strategia è fare in modo di trasformare i momenti di conflitto in momenti di discussione.
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Ascolta l’altro genitore per capire cosa vuole dire
Il primo passo per una comunicazione efficace è l’ascolto. Ascoltare l’altra persona vuol dire valutare le sue opinioni con un orecchio attento e approcciarsi alla discussione cercando di capire il punto di vista dell’altro prima di pensare a cosa rispondere.
Se la situazione è troppo tesa, prenditi una pausa
Piò capitare che, nonostante i tentativi di venirsi incontro, non si riesca a giungere a un compromesso, con conseguente tensione che viene accumulata e amplificata. In questo caso, la miglior cosa da fare è fermarsi e darsi del tempo perché i bollenti spiriti possano raffreddarsi. Cercare di giungere a una conclusione condivisa quando si è stressati, arrabbiati o frustrati non è una buona idea. Meglio lasciar calmare le acque e riprendere il discorso a mente più lucida. Se l’ansia generata dal conflitto è difficile da tenere a bada, qualche minuto di meditazione può aiutare a recuperare la calma.
Una volta che le acque si sono calmate, è possibile riprendere il discorso in maniera non ostile. Attenzione però: lasciar correre una volta che ci si è calmati non è una strategia funzionale. È importante discutere a mente lucida anche per questo motivo: la causa dello scontro va affrontata e una soluzione condivisa deve essere elaborata, altrimenti vecchi rancori potrebbero riemergere in discussioni successive, causando crepe nel rapporto che col tempo si allargano.
Rifletti sulla discussione
Una volta recuperata la calma, si possono valutare strategie per rimettere il rapporto su binari condivisi. Riflettere su come ci si sente e su quanto ascoltato dall’altro è la base per immaginare strategie risolutive che vengano incontro alle esigenze di entrambi senza gravare troppo su una delle parti o scontentarle tutte.
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Quando chiedi scusa, non aggiungere “ma” o “però”
Chiedere scusa quando ci si rende conto di aver sbagliato è un gesto di grande maturità emotiva, nonché una valida lezione di crescita per i figli. Tuttavia, chiedere scusa aspettandosi lo stesso dall’altra parte non è un buon modo per riavvicinarsi.
Espressioni come “però tu…” invalidano l’ammissione di responsabilità e la richiesta di scuse, trasformandola in un modo per mettere a tacere una situazione scomoda senza aver realmente appreso nulla, prima che l’altro sia pronto a lasciar andare, oppure, nel peggiore dei casi, in una manipolazione emotiva per trasferire parte della responsabilità sull’altra persona.
In una gestione funzionale del conflitto, una richiesta di scuse bilaterale arriva comunque, ma è necessario che l’ammissione di colpa nasca da una presa di coscienza personale che arriva sulla base dei tempi di elaborazione di ogni persona e non dell’aspettativa di qualcun altro.
Risolvere i litigi a “porte chiuse”: sì o no?
Litigare davanti ai figli, soprattutto quando la discussione è particolarmente accesa, può generare stati d’ansia e paure nei ragazzi, che potrebbero temere per l’integrità del rapporto tra i genitori e chiedersi se non siano in qualche modo colpevoli. Alcuni genitori adottano la tattica di chiudersi in camera perché il litigio non pesi troppo su di loro.
Non è detto, però, che sia la soluzione migliore.
Per prima cosa, i ragazzi sono molto più intelligenti e ricettivi di quanto spesso diamo loro conto, e riescono a percepire quando i genitori sono in conflitto, anche se non davanti a loro.
In secondo luogo, assistere a una discussione costruttiva e alla fase di riappacificazione può essere, invece, una buona lezione di vita da tener presente quando saranno loro a dover gestire un conflitto con qualcuno.
A conti fatti, la chiave per una comunicazione efficace risiede in pochi punti: ascolto – dell’altro e di se stessi – presa di coscienza e disponibilità a lavorare per costruire insieme un rapporto sereno.
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