Sebbene sia un evento fisiologicamente naturale, la gestazione è un periodo in cui diventa fondamentale tenere d’occhio e prendersi cura della salute di mamma e bambino. Per questo motivo è necessario sottoporsi a una serie di controlli medici durante la gravidanza, in modo da assicurarsi che le condizioni della donna e del feto siano sempre ottimali.
Perché è importante sottoporsi a esami medici durante la gestazione
Come anticipato in apertura, controlli regolari durante la gravidanza permettono di tenere d’occhio la salute della mamma e del bambino, aumentando le chance che la gravidanza abbia esito positivo e, in caso di problemi, consentendo la messa in atto di norme igienico-comportamentali per una maggiore sicurezza.
Un’altra buona notizia è che parte degli esami previsti è esente dal ticket ed è inserita in un calendario prestabilito a seconda della fase di gestazione in cui ci si trova. Inoltre, in caso di gravidanze a rischio, alcuni esami normalmente a pagamento prevedono esenzione.
Chi si occupa dei controlli medici durante la gravidanza?
Normalmente l’elenco e le tempistiche dei controlli viene stabilito insieme a uno specialista, che generalmente è un’ostetrica, nel caso di gravidanza fisiologica, ma non è escluso che quest’ultima collabori con un medico ginecologo in caso di condizioni particolari.
È sempre il ginecologo che si occupa delle ecografie trimestrali e degli esami diagnostici, come da Linee Guida della Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica.
Controlli medici durante la gravidanza, quando cominciare?
Partendo dal presupposto che la durata media di una gravidanza sia di 40 settimane, l’inizio della gravidanza viene calcolato a partire dalla data dell’ultima mestruazione, poiché non è possibile stabilire con certezza quando sia avvenuto il concepimento.
Una volta che il test di gravidanza ha ottenuto esito positivo, la prima visita ostetrica e la prima ecografia vengono generalmente effettuate a 7-8settimane dalla data dell’ultima mestruazione. In questa occasione, viene anche programmato il percorso della gravidanza e fornite informazioni su assistenza e sostegno durante la gestazione, accorgimenti per gestire eventuali disagi o sintomi comuni e sulla possibilità di corsi di preparazione alla nascita.
Quali sono gli altri esami da effettuare durante la gravidanza?
In generale, è consigliabile effettuare ogni 4-6 settimane una visita ostetrica, comprendente misurazione della pressione arteriosa e del peso corporeo, e un esamedi sangue e urine.
A ciò si aggiungono controlli specifici che variano in base all’età gestazionale della donna. In particolare:
- Ecografia I Trimestre, da effettuare tra l’8^ e la 10^ settimana per valutare la regolare evoluzione della gravidanza e la vitalità del feto.
- Esami del sangue e delle urine, a partire dalla 9^ settimana. Generalmente viene richiesto un emocromo, per escludere l’eventualità di anemia o alterazioni piastriniche, e la misurazione di glicemia e transaminasi, per escludere la presenza di diabete e controllare la funzionalità epatica. Possono essere prescritti anche test specifici per valutare l’immunità a patologie come HIV, toxoplasmosi, HCV e HBV,che potrebbero essere dannose per il feto.
- Test combinato, da effettuare tra l’11^ e la 12 ^ settimana. Comprende il BiTest, per misurare la concentrazione di ormoni, e la Translucenza nucale, un’ecografia che permette di misurare la nuca del feto e stimare il rischio di anomalie cromosomiche. Quest’ultimo test è opzionale.
- Ecografia morfologica, da effettuare tra la 19^ e la 21^ settimana, per valutare le dimensioni del feto e dei suoi organi interni.
- Ecografia dell’accrescimento, da effettuare tra la 28^ e la 32^ settimana, per valutare la crescita e il benessere del feto, la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta.
Altri esami facoltativi effettuabili in gravidanza
È infine possibile effettuare specifici controlli medici durante la gravidanza allo scopo di identificare malattie genetiche nel feto.
Tra questi:
- Test del DNA fetale. Analizza indaga il DNA del feto presente nel sangue materno per rilevare anomalie relative ai cromosomi 21, 18, 13 e ai cromosomi sessuali X e Y. È un test altamente attendibile e non invasivo, il che lo rende un’opzione percorribile nel caso in cui ci sia una storia familiare di malattie genetiche.
- Villocentesi. Grazie all’aspirazione di una piccola quantità di tessuto della placenta, permette di diagnosticare con certezza eventuali patologie cromosomiche o genetiche già note in famiglia. Si tratta, tuttavia, di un esame invasivo, che prevede un rischio di aborto spontaneo dell’1% circa.
- Amniocentesi. Da un prelievo di liquido amniotico, è possibile diagnosticare con certezza eventuali patologie cromosomiche. Anche in questo caso, si tratta di un esame invasivo comportante rischi da tenere in considerazione.
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