Una divisione dei compiti domestici equilibrata crea i presupposti per uno sviluppo rispettoso e responsabile degli individui che fanno parte del nucleo familiare. Vale in particolare in un momento storico in cui il tessuto societario sta cambiando, portando a una ridefinizione di ruoli e compiti prestabiliti da un sistema precedente, che difficilmente trova ancora modo di esistere.
Pregiudizi da scardinare
A differenza di quanto siamo disposti ad ammettere, taluni pregiudizi riguardo a come i compiti domestici debbano essere ripartiti sono purtroppo ancora radicati, e la maggior parte del carico di lavoro in tal senso ricade sulle donne, anche nel caso in cui abbiano un impiego regolare.
Una recente indagine ISTAT ha messo in evidenza questa disparità. Interrogati sull’argomento, circa l’82% degli intervistati ha dichiarato di trovare giusto che i compiti domestici venissero ripartiti in maniera equa tra i due coniugi. Tuttavia, all’atto pratico, le donne dedicavano ai compiti di cura dei figli più del doppio del tempo rispetto ai compagni, e addirittura più del triplo quando si trattava di faccende domestiche.
Tuttavia, la cosiddetta genitorialità equa – quella che prevede una suddivisione dei compiti domestici più equilibrata – è il canone verso il quale la società sembra star evolvendo. In questo articolo analizzeremo perché è importante impegnarsi per ottenere questo risultato e quali sono le regole da seguire per ottenere una distribuzione equilibrata di compiti di cura e faccende domestiche.
Perché una suddivisone equilibrata dei compiti domestici fa bene a genitori e figli
Ecco alcuni dei motivi per i quali implementare una genitorialità equa in famiglia è la chiave per crescere individui corretti e rispettosi degli altri.
Minore stress per i singoli componenti del nucleo familiare
Il primo e più evidente vantaggio di un’equa divisione dei compiti domestici è che allevia il carico di stress, ripartendolo in maniera sopportabile tra i vari membri del nucleo familiare, che possono così più facilmente dedicarsi a trascorrere del tempo di qualità con i loro cari o a coltivare i propri interessi.
Vale in particolare per le mamme, sulle cui spalle, a causa di pregiudizi duri a morire, ricadono generalmente le faccende domestiche e i lavori di cura. Sulla base degli stessi pregiudizi, spesso le figlie femmine vengono istruite ai lavori di casa, mentre ai maschi è concessa più libertà, generando una disparità all’interno dell’ambiente familiare che viene poi proiettata sulle relazioni esterne.
Maggiore inclusione e gestione dei pregiudizi
Corolla di quanto detto in conclusione del paragrafo precedente: un bambino che cresce in una casa dove la divisione dei compiti domestici avviene in maniera equa apprende naturalmente il concetto di uguaglianza. Sarà meno portato a supportare i pregiudizi che vorrebbero le donne in cucina e gli uomini sul divano, e maggiormente incline al supporto di familiari e compagni, indipendentemente dal sesso o dal genere.
Maggiore rispetto delle scadenze e del lavoro altrui
Infine, crescere in un ambiente dove ognuno fa la sua parte insegna ai ragazzi il valore dello svolgere i propri compiti in maniera puntuale, poiché nessuno viene penalizzato con un carico di faccende al di fuori della propria portata. Inoltre, poiché ognuno conosce la fatica e l’impegno necessari alla gestione di una casa, ovviamente nei limiti delle proprie possibilità, il rispetto del lavoro altrui viene appreso in maniera naturale.
Strategie per una più equa divisione dei compiti domestici
Ma come si fa a capire se le mansioni sono state effettivamente ripartite in maniera equilibrata oppure no? E cosa definisce il carico di lavoro da affidare a ogni componente del nucleo familiare? Ecco 5 regole che possono aiutare a creare una divisione dei compiti domestici più equilibrata.
Comunicare apertamente con il partner
Come in ogni contesto sociale, una comunicazione aperta in famiglia è la via preferenziale perché ogni strategia volta alla gestione delle dinamiche interne possa avere successo.
Quando si tratta di suddivisione dei compiti domestici, il punto di partenza è mettere in chiaro i propri desideri e aspettative e le proprie competenze. È necessario far presente cosa si è in grado di fare e ascoltare le necessità del partner. Soprattutto, nulla deve essere taciuto perché dato per scontato: le proprie necessità vanno esposte in maniera chiara e nessuno è in grado di leggere nel pensiero, nemmeno il compagno o la compagna di una vita.
Pianificare la suddivisione dei compiti
Più si è organizzati, meglio si riuscirà a gestire una casa e una famiglia. Una strategia funzionale è creare una scaletta dei compiti, suddivisi tra quelli da eseguire ogni giorno e quelli da svolgere più di rado o una tantum, in modo da organizzarsi per incastrarli con altri impegni. Si potrà segnare i compiti completati, così da avere un’idea dei progressi compiuti e di cosa resta ancora da fare.
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Essere flessibili
È questa la risposta alla domanda cruciale che ci si potrebbe porre in questo contesto: come faccio a sapere se i compiti sono stati davvero assegnati in maniera equa? Ci si può riuscire tenendo a mente due cose.
Per cominciare, suddivisione equa non vuol dire assegnare lo stesso numero di faccende a ogni componente del gruppo familiare, ma piuttosto assegnare a ciascuno di essi il peso che è in grado di sopportare. Può darsi che un membro del nucleo familiare sia in grado di svolgere più mansioni senza risentirne, o magari che trovi appagante e stimolante dedicarsi a un compito apparentemente complesso, come ad esempio un lavoro di manutenzione dell’appartamento.
In secondo luogo, le possibilità di ognuno possono variare nel tempo. Può darsi che uno dei partner stia attraversando un periodo difficile, magari perché è particolarmente stressato al lavoro o perché deve occuparsi di un parente con problemi di salute. In tal caso è possibile ridistribuire i compiti perché non venga sommerso di responsabilità che non è in grado di gestire, almeno fino a quando l’emergenza non sarà rientrata.
Chiedere aiuto se necessario
Riallacciandoci a quanto espresso sopra, in casi particolari è possibile che un membro della famiglia non riesca a svolgere i propri compiti in maniera corretta e puntuale. Quando questo accade, affidandosi a una comunicazione onesta e aperta, è fondamentale chiedere aiuto ai propri cari. Ancora una volta, nulla deve essere dato per scontato: può darsi che i membri della famiglia siano in grado di comprendere che l’altro è in difficoltà, ma potrebbero anche non riuscire a capirlo, e questo non deve diventare una colpa. Chiedere espressamente aiuto è sempre la strategia più funzionale, anche con le persone che ci conoscono meglio di tutti gli altri.
Dare valore al contributo di ciascuno
Perché un ingranaggio ben oliato funzioni, è bene anche elargire qualche riconoscimento ogni tanto. Valorizzare l’apporto dei genitori o dei figli nella gestione dei compiti familiari è un buon modo per motivarli a mantenere alto l’impegno e l’attenzione. In questo modo è più facile anche per i bambini percepire un senso di rispetto e di uguaglianza che viene perpetrato anche all’atto pratico in casa.
Conclusioni
In conclusione, una corretta divisione dei compiti domestici è una questione di rispetto, equilibrio e flessibilità. Se la famiglia comunica in maniera efficace e si ascoltano le esigenze di tutti, i ragazzi apprendono i concetti di responsabilità e rispetto in maniera naturale, e questo va a giovamento di tutti i membri del nucleo familiare.
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