Taglio cesareo: quando è necessario e cosa aspettarsi

taglio cesareo: quando è necessario e cosa aspettarsi

Il taglio cesareo è un intervento che viene effettuato per estrarre il feto dall’utero materno qualora il parto vaginale non possa essere portato a termine in condizioni di sicurezza per la madre o il bambino.

Può essere effettuato in diverse modalità e, seppur non richieda una preparazione particolare, è sempre consigliabile informarsi sulle conseguenze di quello che è, a tutti gli effetti, un intervento chirurgico importante.

Quando è nato il parto cesareo

La pratica dell’estrazione del feto dal ventre materno tramite incisione è antichissima, e ne abbiamo testimonianze da oltre 2000 anni. Lo stesso termine cesareo deriva dal latino caedo, ossia taglio, e viene menzionato nella cosiddetta Lex Caesarea del 715 a.C., nella quale si stabiliva che l’estrazione del bambino potesse avvenire tramite taglio se la madre era morta durante il travaglio.

La tecnica fu perfezionata nel corso dei secoli, con episodi documentati di interventi effettuati su madri ancora in vita, tuttavia, fino al XIX secolo, la pratica del taglio cesareo portava quasi sempre alla morte della donna.

Fu il ginecologo italiano Edoardo Porro a stabilire per primo uno standard in grado di salvare la vita della madre oltre a quella del feto nel 1876, asportando del tutto l’utero della sua paziente Giulia Cavallini. In questo modo, la possibilità di emorragie interne o infezioni successive all’operazione calava drasticamente, ma a costo della fertilità della donna.

La pratica attualmente in uso, quella di effettuare il taglio sul segmento uterino inferiore della donna per poi suturarlo, risale al 1907 e rappresenta ad oggi lo standard più sicuro, grazie anche alla possibilità di ottenere una cicatrice più resistente in caso di gravidanze successive.

Leggi anche: Contrazioni preparatorie: cosa sono e come riconoscerle

Quando è necessario un taglio cesareo

L’Istituto Superiore di Sanità stabilisce che il taglio cesareo venga effettuato quando, dopo aver valutato nell’insieme le condizioni di madre e bambini, il rapporto benefici-rischi è favorevole.

In particolare si ricorre al parto cesareo nei seguenti casi:

  • Se il bambino è in presentazione podalica, cioè è rivolto con i piedi verso il canale vaginale anziché con la testa
  • Se ci sono anomalie nella posizione della placenta, come ad esempio nel caso di placenta previa, cioè posizionata a ridosso del canale vaginale.
  • Se il feto supera i 4,5 kg di peso in presenza di diabete nella madre
  • Se la madre ha avuto una rottura dell’utero in precedenza
  • Se è presente un’infezione virale attiva della vulva o della vagina
  • In alcuni casi, se la regione pelvica della donna è sproporzionatamente più piccola rispetto alla regione cervicale del feto

Se è stato possibile valutare il rapporto rischi-benefici durante la gravidanza, l’intervento può essere programmato. Tuttavia si può anche ricorrere a un cesareo d’urgenza a travaglio iniziato se le condizioni del parto naturale si complicano, ad esempio in caso di una sofferenza fetale.

Leggi anche: Streptococco in gravidanza: rischi e trattamenti

Cosa aspettarsi dal taglio cesareo

neonato appena estratto con taglio cesareo

Ma quali sono i rischi e le conseguenze di un intervento di taglio cesareo? Trattandosi di un intervento chirurgico a tutti gli effetti, il parto cesareo non è un’eventualità da prendere alla leggera e, anche nel caso in cui avvenga d’urgenza durante un parto naturale, è bene informarsi su questa possibilità.

Di seguito analizzeremo gli scenari più comuni prima, durante e dopo l’intervento.

Preparazione all’intervento

Nel caso in cui il parto cesareo sia programmato, la donna viene generalmente informata sulle modalità dell’intervento e le sue conseguenze. In questi casi, vengono effettuati esami preliminari come prelievi di sangue, consulenze anestesiologiche e monitoraggi del feto e delle condizioni della madre.

L’ospedale si occupa anche di indicare alla futura mamma cosa procurarsi per la degenza, come ad esempio calze a compressione graduata per prevenire eventuali trombosi in fase di remissione.

Leggi anche: La scelta del medico o della struttura per il parto

Modalità di esecuzione

Il taglio cesareo è un intervento effettuato in anestesia locale, che avviene con epidurale o, in casi di urgenza, con anestesia spinale. L’anestesia generale è un’eventualità rara, che viene effettuata solo in casi particolari, ma è generalmente preferibile che la madre sia cosciente.

Prima del taglio, la zona dell’addome viene disinfettata e un catetere vescicale inserito. A questo punto si procede con un’incisione addominale prima, e un’incisione uterina poi, entrambe effettuate nella parte bassa dell’addome, solitamente in direzione orizzontale.

Un parto cesareo esente da complicazioni ha una durata media compresa tra i 30 e i 45 minuti.

Dopo l’estrazione del bambino, i tessuti incisi vengono suturati e la madre resta in ospedale per qualche giorno, in modo da poterne monitorare le condizioni di salute e la ripresa delle regolari funzioni intestinali e urinarie.

Convalescenza dopo l’intervento

La convalescenza da un parto cesareo è una fase delicata, la cui durata è variabile. In genere la degenza ospedaliera non supera i 4 giorni, ma la completa cicatrizzazione può richiedere anche fino a 6 settimane. Nei primi giorni dopo l’intervento, le donne sono incoraggiate a camminare e restare attive, onde evitare la formazione di trombi.

Durante la convalescenza, la donna può avvertire disagio nella zona dell’incisione anche in assenza di complicazioni, e il dolore post-operatorio può essere anche molto intenso. Per questo motivo, una neomamma che è stata sottoposta a taglio cesareo andrebbe sempre supportata in maniera empatica e mai messa sotto pressione.

Leggi anche: L’importanza dell’acido folico in gravidanza

Rischi del taglio cesareo

Sebbene sia una procedura piuttosto comune, l’intervento di taglio cesareo non è esente da rischi, come ad esempio:

  • Infezioni della parete uterina o della ferita superficiale
  • Comparsa di aderenze addominali durante la fase di cicatrizzazione
  • Trombosi venosa
  • Sanguinamento eccessivo
  • Danni al sistema urinario o infezioni vescicali

In alcuni casi, le complicazioni elencate sopra possono compromettere la futura salute riproduttiva della donna, ad esempio perché si rende necessaria un’isterectomia o perché si verificano anomalie della placenta o rotture dell’utero in gravidanze successive.

Altre complicazioni possono riguardare il sistema urinario e fecale, sebbene i rischi siano notevolmente diminuiti in epoca moderna.

Per questi motivi, è sempre consigliabile confrontarsi con medici, ginecologi e ostetrici per una maggiore consapevolezza e per prepararsi al meglio.

Se stai preparando la valigia per il parto, non dimenticare di inserire al suo interno anche un sacco nascita, una soluzione pratica per avere con te l’occorrente per prenderti cura del tuo piccolo appena venuto al mondo. Scopri tutte le nostre creazioni sul sito web ufficiale.

Leggi anche: Parto naturale: benefici e preparazione