Parto naturale: benefici e preparazione

parto naturale benefici e preparazione: cosa devi sapere

Il parto è il momento che segna la fine della gravidanza, con l’espulsione o l’estrazione del feto e degli annessi fetali dall’utero materno. Si tratta di un’esperienza molto intensa per la donna, che viene vissuto in maniera differente per ciascuna ed è generalmente un momento di grande vulnerabilità. Il parto può avvenire in diverse modalità, di cui la più comune è il parto naturale.

Cos’è il parto naturale

Nel linguaggio comune si tende a parlare di parto naturale e parto cesareo come le due tipologie di parto a cui una donna può andare incontro: nella prima la nascita avviene con il passaggio del feto attraverso il canale vaginale, mentre nella seconda il bambino viene estratto con un intervento chirurgico.

In verità, nel primo caso, sarebbe più corretto parlare di parto fisiologico o parto vaginale, una definizione che al suo interno comprende diverse situazioni a seconda degli interventi medici che incidono sulle tempistiche e sulla qualità dell’avvenimento. In alcuni casi, poi, si può decidere di intervenire chirurgicamente in presenza di complicazioni durante un parto fisiologico.

In questo contesto, la definizione di parto naturale andrebbe applicata solo ai casi in cui il parto avviene in maniera spontanea e non viene indotto medicalmente – ad esempio con la somministrazione di ossitocina per stimolare le contrazioni – e con il minore utilizzo possibile di medicinali e tecnologia medica per la gestione del travaglio.

In questo articolo, tuttavia, utilizzeremo il termine parto naturale per indicare tutte le tipologie di parto vaginale, per una questione di comodità espositiva.

Come avviene un parto naturale

donna in fase di travaglio assistita da medici durante il parto naturale

Il parto naturale prevede 4 momenti principali che identificano le diverse fasi del travaglio e dell’espulsione del feto: fase prodromica, fase dilatante, fase espulsiva e secondamento.

Fase prodromica

La fase prodromica è quella in cui cominciano a verificarsi le contrazioni uterine che stimolano l’impegno del bambino, cioè lo spingono a posizionarsi in corrispondenza del canale vaginale. Le contrazioni sono inizialmente irregolari, ma col tempo la frequenza diventa più stabile e l’intensità aumenta.

Durante questa fase viene generalmente espulso anche il tappo mucoso, causando perdite vaginali visibili, cui in genere segue la cosiddetta rottura delle acque, cioè la fuoriuscita del liquido amniotico a seguito della rottura del sacco.

Fase dilatante

Una volta che il ritmo delle contrazioni si stabilizza – una contrazione ogni 5 minuti di durata tra i 40 e i 60 secondi circa – comincia il travaglio.

Se il parto avviene in ospedale, questa è generalmente la fase in cui la donna viene portata presso la struttura. In questa fase, le contrazioni causano il dilatamento del canale vaginale per facilitare la fuoriuscita del feto.

La durata del travaglio è estremamente variabile in base a diversi fattori, come le caratteristiche fisiologiche della madre o le dimensioni del bambino: in alcune donne dura poche ore, mentre per altre si può arrivare anche a oltre 24 ore.

Quando il canale vaginale raggiunge i 10cm di diametro, ampiezza considerata sufficiente per il passaggio del bambino, si passa alla fase successiva.

Fase espulsiva

Quando la dilatazione è completa, l’attività contrattile subisce un rallentamento che dura circa una mezz’ora, dopo la quale subentrano i cosiddetti premiti, ossia un bisogno impellente di spingere percepito dalla donna. Quando la testa del bambino è visibile dall’apertura vaginale, è necessario spingere in maniera più decisa. La durata di questa fase è relativamente variabile e solitamente più breve se la donna ha già avuto altri parti vaginali in passato.

Durante il passaggio del bambino attraverso il canale vaginale possono verificarsi lacerazioni della parete muscolare oppure, in caso di difficoltà di attraversamento, potrebbe essere necessario procedere all’allargamento del canale con una piccola incisione chirurgica detta episiotomia. In entrambi i casi, vengono applicati dei punti di sutura a parto concluso, che generalmente cadono dopo una decina di giorni.

Secondamento

Una volta che il bambino è nato, tutti gli annessi fetali vengono espulsi dall’utero: placenta, cordone e membrane amniocoriali vengono espulsi in maniera naturale entro circa mezz’ora, o rimossi chirurgicamente se ciò non avviene.

In questa fase viene effettuato anche il taglio del cordone ombelicale.

Fortemente sconsigliata è la pratica della cosiddetta lotus birth, che consiste nel lasciare il cordone e la placenta attaccati al neonato, aspettando che si stacchino naturalmente: dopo la nascita, la placenta è un tessuto morto e in decomposizione, e potrebbe trasmettere infezioni al piccolo

Vantaggi del parto naturale

Quando si parla dei vantaggi del parto naturale, generalmente li si intende in paragone con il taglio cesareo.

I vantaggi principali del parto naturale sono i seguenti:

Meno rischi per la madre e il bambino. In una gravidanza fisiologica che si svolge in maniera regolare, il parto naturale sarebbe sempre da preferire, poiché meno rischioso rispetto al cesareo, che è un intervento chirurgico a tutti gli effetti

Decorso più breve. Se il parto naturale è avvenuto in maniera serena e senza complicanze, la donna può alzarsi dal letto anche poche ore dopo la nascita del piccolo, mentre la remissione da un cesareo può richiedere anche 2-3 giorni

Decorso meno doloroso. Sebbene l’espulsione del feto attraverso il canale vaginale sia considerata una delle esperienze più dolorose per un essere umano, il decorso dopo un parto cesareo può essere altrettanto provante. L’eventualità di crampi addominali e di infezioni alla ferita possono rendere il post-operazione una fase molto debilitante per la neomamma, spesso sottovalutata dalle persone intorno

Come prepararsi al parto naturale

Sebbene non ci sia una vera e propria profilassi da seguire in previsione di un parto naturale, ci sono delle accortezze che possono rendere l’esperienza più sopportabile, oltre che preparare la donna a ciò cui andrà incontro senza lasciare che si confronti con essa in maniera inconsapevole.

Il consiglio più utile per i futuri genitori è frequentare un corso di accompagnamento alla nascita, generalmente presso un ospedale o un punto nascita. In questo modo potranno comprendere cosa accade durante un parto naturale, apprendere tecniche di respirazione utili per gestire il dolore e le contrazioni, e conoscere le procedure standard della struttura dove il parto avrà luogo.

Un’altra sana abitudine è concedersi passeggiate per mantenere l’attività fisica senza strafare e mangiare in maniera equilibrata, in modo da evitare carenze, scompensi o altre problematiche fisiologiche.

Infine, è utile effettuare con regolarità la pratica del massaggio perineale per migliorare l’elasticità e il tono della parete vaginale, in modo da rendere meno problematico l’attraversamento del canale da parte del bambino.

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