Si può calcolare il periodo fertile per aumentare le proprie probabilità di rimanere incinta? Quando si desidera concepire, molte variabili possono entrare in gioco e modificare le chance di diventare mamma: il periodo di ovulazione, la vitalità degli spermatozoi e l’incidenza dello stress sono alcuni di questi. Un buon punto di partenza per aumentare le probabilità di ottenere una gravidanza è avere rapporti sessuali durante il periodo in cui la donna è più fertile.
A questo scopo esistono diversi metodi, molti dei quali naturali, che consentono di calcolare i giorni in cui c’è maggiore probabilità di concepire in maniera più o meno accurata. In questo articolo li esamineremo insieme mettendone in evidenza i punti di forza e le debolezze.
Cosa avviene nell’organismo durante i giorni più fertili?
Cominciamo con uno sguardo alla fisiologia femminile e alle modificazioni ormonali che avvengono nella donna durante il ciclo mestruale.
Una volta la mese, l’ovaio rilascia un ovulo – in un processo detto appunto ovulazione – che, attraverso le tube di Falloppio, raggiunge l’utero. I due giorni precedenti all’ovulazione vedono un picco nella produzione di ormone LH, o ormone luteinizzante, che culmina con il rilascio del gamete.
Generalmente la fecondazione avviene durante il passaggio dell’ovulo nelle tube, in modo che lo zigote – questo è il nome della cellula ottenuta con la fecondazione – possa impiantarsi nella mucosa uterina e da lì mutare in blastocisti e poi in embrione.
Ovuli e spermatozoi, però, non hanno necessariamente lo stesso ciclo vitale. In generale, un ovulo sopravvive intorno alle 24 ore dal momento in cui viene rilasciato, mentre gli spermatozoi hanno una vita media di circa 4-5 giorni dopo l’eiaculazione.
Ne consegue che il periodo in cui le possibilità di concepire sono maggiori si aggira intorno ai 6 giorni, con un picco di circa 2 giorni in concomitanza dell’ovulazione, quando la vitalità di entrambi i gameti è alta. È in ogni caso doveroso tener presente che i giorni di fertilità non sono gli stessi per ogni donna.
I metodi naturali per il calcolo del periodo fertile, quindi, sono per forza di cose approssimativi.
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Calcolare il periodo fertile con il metodo Ogino-Knaus o della conta dei giorni
Uno dei metodi naturali più utilizzati per il calcolo del periodo fertile è detto Ogino-Knaus e consente di avere un’idea del giorno in cui avverrà l’ovulazione, con conseguente calcolo del periodo in cui c’è più probabilità di concepire. Si tratta, in ogni caso, di una stima approssimativa, pertanto, se il metodo Ogino-Knaus può rivelarsi un utile alleato quando si cerca di ottenere una gravidanza, è fortemente sconsigliato utilizzarlo come metodo anticoncezionale a causa della sua elevata fallibilità. Ancora di più se si tiene presente il fatto che, per poter effettuare una stima affidabile, bisognerebbe tener traccia del proprio ciclo mestruale per almeno 12 mesi.
Il calcolo si effettua prendendo come riferimento la durata media del ciclo: più il ciclo è regolare, più accurata sarà la stima del periodo fertile. Cominciamo col prendere come esempio un ciclo della durata regolare di 28 giorni.
I tre elementi da considerare sono i seguenti:
- La mestruazione ha generalmente inizio tra il 14° e il 16° giorno dopo l’ovulazione.
- La capacità fecondante degli spermatozoi si aggira intorno alle 72 ore.
- L’ovulo sopravvive tra le 12 e le 24 ore una volta rilasciato.
Inserendo ognuna di queste variabili nei conteggi, il periodo più fertile dovrebbe essere quello compreso tra il 10° e il 17° giorno dall’inizio della mestruazione, con un picco tra il 14° e il 15° giorno, in corrispondenza dell’ovulazione.
Cosa fare, però, se il ciclo non è regolare? In questo caso il calcolo sarà più blando e la finestra temporale più ampia: si parlerà, allora, di periodo potenzialmente fertile, e si prenderanno come riferimento il ciclo più corto e quello di maggiore durata osservati nell’arco di 12 mesi:
- Il primo giorno fertile sarà calcolato a partire dalla durata in giorni del ciclo più breve sottraendo 19.
- L’ultimo giorno fertile sarà invece fissato a partire dalla durata del ciclo più lungo sottraendo 10.
Esempio pratico: se il ciclo più breve ha avuto una durata di 27 giorni e il più lungo di 30, la fase potenzialmente fertile sarà compresa tra l’8° giorno (27-19) e il 20° giorno (30-10) dall’inizio della mestruazione.
Attualmente è possibile reperire calcolatori del periodo fertile con una certa facilità visitando i siti web di ginecologi e specialisti, oltre che quelli di grandi produttori di oggetti per l’infanzia. Si tratta di calcolatori automatici che, a partire dalla data dell’ultima mestruazione e la durata media del ciclo, produrranno una stima approssimativa del periodo ovulatorio.
Calcolo del periodo fertile con l’osservazione del muco cervicale
Quello del muco cervicale è un altro metodo di identificazione del periodo ovulatorio, basato sull’osservazione dei cambiamenti nelle secrezioni vaginali della donna.
A partire dalla fine della mestruazione, la donna dovrebbe prelevare un piccolo campione di muco dalla vagina un paio di volte al giorno, osservarne le caratteristiche e annotarle su un calendario.
Le variazioni di cui tener conto sono le seguenti:
- Alcuni giorni dopo la fine della mestruazione, le secrezioni potrebbero essere assenti.
- Nei giorni successivi il muco dovrebbe apparire opaco, spesso e poco elastico.
- La produzione di muco dovrebbe aumentare nei giorni precedenti all’ovulazione, e la sua consistenza presentarsi più trasparente e molto più elastica (caratteristica che si potrà verificare allungandolo con le dita), permettendo così di identificare il periodo fertile.
Il metodo, tuttavia, è scarsamente affidabile – ancor più se lo si utilizza come contraccettivo – poiché l’osservazione potrebbe essere inaccurata per diversi motivi: la donna potrebbe essere a disagio con la manipolazione dei propri fluidi corporei, non essere in grado di prelevarne la giusta quantità o, ancora, lo sperma di un precedente rapporto sessuale potrebbe essere confuso con il muco. Inoltre l’utilizzo di lavande vaginali o prodotti per l’igiene intima troppo aggressivi potrebbero modificare la consistenza e la produzione delle secrezioni.
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Metodi affidabili per il calcolo dei giorni fertili: test di ovulazione
Se i metodi analizzati in precedenza risentono di alti tassi di fallibilità e inaccuratezza, è possibile calcolare i giorni fertili con precisione grazie a strumenti appositamente realizzati.
Si tratta di test dell’ovulazione che effettuano un’analisi chimica delle urine della donna allo scopo di identificare la presenza in circolo dell’ormone LH o dell’estradiolo, una forma di estrogeno la cui produzione aumenta sensibilmente in preparazione al picco di LH.
In questo modo il picco di fertilità può essere identificato con una precisione che tocca il 99% e, nel caso in cui il test identifichi la presenza di estradiolo, anche con diversi giorni di anticipo. Alcuni modelli richiedono che le analisi vengano effettuate più volte nel corso del mese e sono in grado di suggerire i giorni più indicati in cui avere rapporti sessuali. È possibile reperirli con facilità online o in farmacia senza la necessità di prescrizione medica.
Miti da sfatare: è vero che diminuendo la frequenza dei rapporti si hanno più possibilità di concepire?
Una delle pratiche messe in atto da coppie che desiderano concepire è quella di diminuire la frequenza dei rapporti per aumentare la conta degli spermatozoi durante l’eiaculazione.
Questa convinzione, tuttavia, non tiene conto del fatto che lo sperma all’interno dei testicoli può deteriorarsi col tempo. Di conseguenza, a fronte di un maggior numero di spermatozoi rilasciati durante il rapporto, la qualità dello sperma è minore e così la fertilità dei gameti.
Sì a rapporti più frequenti, quindi, magari non tutti i giorni ma a giorni alterni.
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